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Quello attuale è sicuramente il periodo peggiore degli ultimi anni per inserirsi nel mercato del lavoro a causa di una crisi economica profonda che affligge ormai da quattro anni l’intero pianeta. In questo articolo cercheremo dapprima di analizzare brevemente le caratteristiche di questa crisi di cui tutti parlano ma che nessuno spiega, per capire se e come ci si possa difendere da essa investendo in formazione. Per questo scopo tutt’altro che semplice abbiamo analizzato i dati sul mercato del lavoro presenti in rete, relativi ai profili professionali più richiesti nel 2012 e i corsi, sia universitari che professionali, che permettono un ingresso diretto al mondo del lavoro. Abbiamo quindi cercato di stilare un elenco delle professioni più richieste e dei corsi che permettono di formarle. Come fonti abbiamo preso i maggiori istituti italiani che si occupano del problema quali ad esempio Istat, Unioncamere, AlmaLaurea e il rapporto ILO (Organizzazione Internazionale Lavoro) 2012.
Premessa: la crisi mondiale e il lavoro
Cerchiamo brevemente di delineare le caratteristiche dell’attuale crisi economica i cui effetti più devastanti sono sicuramente quelli di una evidente e alquanto preoccupante riduzione della capacità dell’economia mondiale di creare posti di lavoro, il fatto che le previsioni sulla creazione di
occupazione a livello mondiale stanno peggiorando (le previsioni dicono che il tasso mondiale di disoccupazione non cambierà da qui al 2016) e sopprattutto che siano i giovani la categoria in generale più colpita (in Italia i più recenti sondaggi parlano di circa un 30% di giovani che non studia o lavora).
Giunti ormai nel quarto anno di turbolenza economica mondiale, possiamo dire che finora questa crisi si è sviluppata in tre fasi. Lo shock iniziale della “ripresa zero” è stato affrontato grazie a incentivi fiscali e monetari coordinati che hanno portato a una ripresa della crescita, evitando una ulteriore contrazione e un aumento della disoccupazione. Tali incentivi si sono tuttavia rivelati insufficienti a instaurare una ripresa sostenibile
dell’occupazione, soprattutto nelle economie avanzate.
Nella seconda fase, l’alto livello del disavanzo pubblico e i problemi del debito sovrano hanno portato i paesi ad adottare misure di austerità volte a ristabilire la fiducia dei mercati finanziari. Come conseguenza, sono diminuiti gli incentivi fiscali mentre le misure di sostegno all’economia nei paesi avanzati si sono concentrate su politiche monetarie espansive. L’effetto di tali misure è stato una diminuzione simultanea della crescita del PIL e dell’occupazione.
Si delinea quindi la possibilità di una terza fase ancora più pericolosa: le politiche di austerità e la persistenza di alti livelli di disoccupazione potrebbero portare ad una seconda diminuzione della crescita con effetti devastanti sull’occupazione.
Investire in istruzione e formazione, antidoto contro la crisi?
In generale la prima soluzione a cui si pensa per fronteggiare un periodo difficile per il mercato del lavoro è quello di investire in formazione cercando di acquisire competenze specifiche importanti che rendono un candidato appetibile per aziende e istuzioni. In un periodo complesso come questo però i dati recentemente diffusi da AlmaLaurea sembrano smentire questa tesi. Questi dati suggeriscono che i neolaureati, ad un anno dalla laurea percepiscono circa 1000 euro, cifra che non migliora sensibilmente a due anni dalla laurea, dove lo stipendio cresce solo a circa 1200 euro.
Prendiamo ora un altro dato, ossia quello che riguarda ad esempio la ricerca di figure introvabili nel mercato del lavoro come ad esempio i pasticceri: come primo impiego qui si parte da cifre superiori ai 2000 euro. Vale la pena allora di investire risorse e denaro in formazione? Qual’è il attualmente il valore di una laurea? Il problema sta nella distanza siderale tra la scuola e l’università rispetto al mondo del lavoro. Basta affrontare qualche colloquio di lavoro in qualsiasi campo per capire che il neolaureato è una “figura da formare” nel mondo del lavoro e che un’esperienza lavorativa, anche la più umile spesso è più valutata di alcuni titoli di studio.
Ecco spiegato il successo di Master e Corsi Professionali in chiave occupazionale, questi titoli infatti hanno costituito negli ultimi anni un valore aggiunto per trovare un lavoro. Con quanto appena esposto non si vuole di certo screditare le lauree, ma solo segnalare un difetto, un’anomalia dell’istruzione italiana che forma figure spesso troppo lontane dalle richieste del mercato del lavoro perchè la cultura è cultura, non si discute il suo valore, ma in un periodo difficile come questo bisognerebbe avere un occhio di riguardo anche alla situazione occupazionale.
Quali allora i corsi che offrono più sbocchi lavorativi?
Per addentrarci nel dettaglio dei corsi e delle figure professionali più richieste, dobbiamo distinguere tra Lauree e Formazione Professionale in quanto portano a target occupazionali molto diversi tra loro. Ovviamente dedicheremo più spazio al secondo punto essendo questo un sito che si occupa di Formazione Professionale.
Laurea
I dati pubblicati da AlmaLaurea rivelano che le lauree che al giorno d’oggi garantiscono più sbocchi professionali sono le Scienze Chimiche, Le professioni Mediche (Medicina e soprattutto Fisioterapia) e le lauree nel sociale come ad esempio quella richiestissima di Educatore Professionale. Resistono sempre gli ingegneri avendo un ampio spettro di competenze. Per questi titoli si hanno percentuali di occupazione, ad un anno dal conseguimento della laurea, che vanno dal 100% (fisioterapisti ed educatori) fino al 65-70% per le altre.
Formazione Professionale
Nonostante ciò, le figure professionali definite introvabili sono professioni più pratiche: mentre il mercato è sempre più incapace di garantire sbocchi professionali, i mestieri pratici e manuali sembrano non conoscere crisi.
Esistono infatti attività meno conosciute dai giovani che rappresentano un buon investimento professionale ma che richiedono una specifica formazione. Queste professioni sono tra le più ricercate, ma spesso alla domanda non corrisponde un’adeguata offerta da parte dei giovani poichè probabilmente ancora legati ad una idea del lavoro manuale ormai obsoleta. Il lavoro tecnico-manuale, artigianale e industriale, è profondamente cambiato e premette di svolgere un’attività dignitosamente retribuita, con spazi di crescita dal punto di vista professionale.
Oltre a questo tipo di professioni un altro ambito molto interessante in ottica di trovare un lavoro è quello del sociale, in cui i cosiddetti white jobs sembrano non conoscere crisi, insieme a quello medico sanitario in cui sono nate nuove figure professionali molto interessanti.
In ambito aziendale scarseggia invece personale qualificato nell’amministrazione, finanza e controllo, in ambito turistico, in quello di lusso e moda, personale tecnico da impiegare nelle rinnovabili e figure con le competenze informatiche più disparate.
Dopo questa premessa cerchiamo di fare un elenco delle professioni più richieste e dei relativi corsi professionali vedendo quali sono gli ambiti professionali che offrono più possibilità di trovare lavoro:
1) Medico Sanitario
Corso Segretaria di Studio odontoiatrico
Assistente alla Poltrona Odontoiatrica
2) Sociale
OSA (Operatore Socio Assistenziale)
Dirigente di Comunità (Diploma)
3) Turismo
4) Lusso e Moda
5) Energie Rinnovabili
Tecnico delle Energie Alternativa
6) Informatica
7) Professioni Tecniche e Manuali
Tecnico Impianti Elettrici Residenziali
Tecnico Sicurezza Tecnologie Elettroniche
Tecnico Impianti di Condizionamento e Riscaldamento
Perito Elettrotecnico (Diploma)
Perito Elettronico e Telecomunicazioni (Diploma)